Il Decreto Dignità è una misura concepita con lo scopo di tutelare le categorie vulnerabili, principalmente attraverso delle restrizioni alla pubblicità su giochi e scommesse con vincite in denaro, per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo compulsivo.

Molti potrebbero pensare che ciò vada automaticamente a frenare l’attività delle affiliazioni sul gioco online, in quanto questo si compone effettivamente di promuovere le piattaforme di gioco. 

C’è però una differenza sostanziale tra la pubblicità, quella che possiamo vedere a bordo campo nelle partite di calcio, in televisione o sui social, e l’informazione. 

In questo secondo caso l’utente esprime volontariamente l’intenzione di approfondire un argomento, nello specifico il gioco legale. 

Con il sopraggiungere del Decreto Dignità, il risultato è stato quello di limitare esclusivamente la pubblicità su piattaforme di gioco legale con licenza ADM; senza riuscire a colpire tutte le piattaforme che illegalmente operano nel nostro paese senza le dovute licenze.

In questo modo per l’utente diventa complicato fare una distinzione tra siti di gioco legali o meno.

Paradossalmente queste piattaforme non legali non hanno risentito del Decreto Dignità, anzi hanno continuato a pubblicizzarsi acquisendo nuovi utenti e sottraendo quindi traffico agli operatori di gioco legale.

Per ovviare questo problema, come espresso dalle linee guida AGCOM sull’applicazione del Decreto, l’informazione è stata confermata come lecita: “[…] nel rispetto del principio di continenza, non ingannevolezza e trasparenza e non costituisce pertanto una forma di pubblicità”.

Come si può leggere al punto 5.6 delle Linee Guida, servizi di comparazione di quote o offerte commerciali dei diversi competitor non sono da considerarsi come forme di pubblicità. 

C’è una differenza, insomma, se il messaggio che invieremo al nostro pubblico sarà quello di “aggressiva” istigazione al gioco, invitando ad aprire un conto o ricevere un bonus, o un invito a informarsi sull’offerta e l’operato della piattaforma con messaggi come “scopri di più” o “visita il sito” che rimandano al sito ufficiale del concessionario.