Scommesse: Serie A sempre meno giocata, ma chiede percentuale sulla raccolta
Un inizio 2024 bizzarro per il ramo scommesse: da una parte la Serie A di calcio avanza richieste per un margine sugli introiti, e dall’altra perde sempre più valore tra i giochi preferiti dagli scommettitori.
Come abbiamo visto sfogliando i numeri del gioco in Italia nel 2022, il betting è senza sorpresa uno dei giochi più popolari in Italia, ricoprendo quasi il 24% dell’utenza online, e contribuendo per il 6% degli introiti statali sul gioco fisico (in agenzia).
Ciò che invece potrebbe stupire, è che la Serie A di calcio (sport e campionato preferiti dagli italiani per eccellenza) stia perdendo l’interesse degli scommettitori a favore di altre leghe e altri sport.
Agimeg riporta che il peso della Serie A nelle scommesse effettuate dagli italiani nel 2022 ammonti al 14,8% del totale, evidenziando come Fifa e Uefa insieme abbiano raccolto il 14,9%.
Un articolo redatto da La Stampa pochi giorni fa ha dichiarato addirittura che secondo elaborazioni di Agipro la Serie A non superi nemmeno il 13% delle scommesse sportive, un calo di oltre 4% rispetto al 2021 e del 7% confronto al 2015. Addirittura, secondo queste proiezioni, l’influenza di Sinner avrebbe portato il tennis a superare il valore della Serie A di calcio nel settore scommesse.
Nonostante questa “crisi” delle scommesse sportive sulla Serie A, si stanno esercitando forti pressioni verso il settore: la richiesta è di riconoscere ai club di calcio (in particolare la stessa Serie A) una percentuale sulla raccolta delle scommesse sportive.
Questa proposta è la diretta conseguenza dei danni causati dal Decreto Dignità, che ha proibito le sponsorizzazioni delle squadre da parte dei bookmaker (stime di 150 milioni di mancati introiti a stagione), e più di recente dall’abolizione del Decreto Crescita che ha allarmato il settore sport facendo diventare prioritaria la ricerca di nuove fonti di denaro in ingresso.
La richiesta è partita dal Ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ha dichiarato che gli organizzatori degli eventi sportivi italiani devono ricevere una percentuale sulla raccolta delle scommesse, che ora va a beneficio dello stato, dei montepremi e dei concessionari. Abodi è noto per essersi battuto spesso contro il Decreto Dignità, sempre nell’ottica di arricchire i budget del settore sportivo.
La proposta ha causato anche dei pesanti tafferugli alla Camera con il deputato del PD Mauro Berruto. Quest’ultimo avrebbe proposto un’extratassazione degli utili di società di scommesse sportive, per favorire lo sport di base e la lotta alla ludopatia, proposta approvata all’unanimità dalla commissione Cultura. Lì, Abodi avrebbe risposto con la proposta di destinare il 0,5% degli extraprofitti alle squadre di Serie A.
Berruto ha accusato il Ministro di voler fare “un ulteriore regalo ai soliti noti“, e la discussione ha preso fuoco con insulti reciproci: “Tu hai un disagio, sei una delusione”, e Berruto ha risposto: “Basta insultare, il disagio è quello del mondo dello sport ad avere un ministro che pensa solo ai suoi amici sella Serie A”. Abodi: “Ho capito chi sei”. “Anche io ho capito chi è lei, informi pure di questo le società di Serie A, informi il ministro ombra signor Mezzaroma”.
Tornando alla proposta, il presidente della Lega di Serie A Lorenzo Casini si è detto positivo alla questione: “Il tema dei giochi va considerato, visto che il calcio contribuisce ampiamente agli introiti ma non ne ricava alcun vantaggio“.
È qui che ci concentriamo nuovamente sui dati espressi in precedenza: è vero che la Serie A ha un impatto importante sulle sport bet, ma non così rilevante come viene immaginato dalle parti in causa che desiderano iper-tassarla, ognuno per il suo fine.
Senza considerare che un settore in discesa solitamente non necessita anche di una tassazione aggiuntiva, sarebbe doveroso essere più specifici e consultare più dati ufficiali prima di avanzare delle idee. Tutte le parti in causa hanno le loro ragioni e le loro difficoltà (lotta al gioco patologico, sport di base, Serie A e scommesse sportive). L’obiettivo dovrebbe essere quello di proteggerle, massimizzare i risultati e fare un fronte unico per non ostacolarsi a vicenda.
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