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Casinò Saint Vincent: il rilancio con la gestione privata

Si sta per aprire una nuova era per il Casinò di Saint Vincent? Nel futuro della casa da gioco della Val D’Aosta potrebbe entrare una nuova gestione privata, e presto, come per Campione, una nuova realtà per organizzare gli eventi di poker.

Casinò de la Vallèe alla fine del concordato

Nel recente passato, i casinò legali italiani non hanno particolarmente brillato di luce propria. Anzi, hanno vissuto qualche difficoltà.

Negli ultimi anni pare che si stia diffondendo l’interesse a trovare soluzioni per rilanciarli, e per quanto concerne il Casino de la Vallèe una è stata una procedura di concordato per risanare i debiti.

Questa procedura è prossima a concludersi, a dicembre di questo anno, e ora la regione Val D’Aosta sta studiando come gestire il casinò in futuro.

La migliore proiezione: gestione privata

Il Documento di economia e finanza regionale (DEFR 2025-2027) pone come obiettivo strategico alcune valutazioni in ordine alla governance della sala da gioco.

Sono state fatte, e sono tuttora in corso, approfondite analisi per trovare la strada migliore in cui direzionare la gestione del casinò. L’ipotesi più probabile è quella di affidare la gestione del casinò a un’azienda esterna, scelta tramite una gara pubblica.

Questa è la conclusione di Finaosta, incaricata dell’analisi della situazione, che ha fornito diverse alternative sottolineando la preferenza per questa strada.

Inserire una gestione privata necessiterà ovviamente di una certa dose di burocrazia, in particolare per quanto riguarda le modifiche normative, ma anche i dettagli sul disciplinare di concessione e i criteri per scegliere il nuovo gestore del casinò attraverso una gara pubblica.

Alcuni dei punti più critici erano già stati affrontati nel DEFR 2023-2025, e diversi di questi sono stati già raggiunti. Ora il 2025 è stato fissato come data ultima per la realizzazione dei criteri necessari, in modo da attivare la procedura di gara dal 2026.

La prima volta per un privato nei casinò italiani

Si noti che i casinò italiani sono sempre stati di proprietà e gestione di organi governativi pubblici, e questa sarebbe la prima volta in cui la gestione (non la proprietà) passerebbe a una società di terze parti.

Come al solito, ci possono essere pro e contro di questa decisione, che dipenderanno direttamente dall’affidabilità e dalla competenza della gestione scelta.

Potrebbe quindi rivelarsi un buco nell’acqua, oppure un primo passo verso una privatizzazione del gioco pubblico italiano. Con i benefici – e possibili problemi – che ne conseguono.

Un primo tentativo, ricorda Assopoker, avvenne al Casinò di Venezia dieci anni fa. La storica struttura aveva attirato la curiosità di colossi del mondo del casinò come Caesars Entertainment, ma non si riuscì a trovare un punto d’incontro.

Salgono le performance di Saint Vincent

In questi ultimi anni il Casinò De La Vallèe ha anche registrato una crescita nelle performance, fattore che dovrebbe giocare a favore per la gara.

Dimostrando uno sviluppo, il casinò si presenterebbe come una struttura solida e potenziale, aumentando l’interesse dei privati in cerca di profitti.

Nel 2022 gli utili della casa da gioco si sono stabilizzati a poco più di 8,3 milioni di euro, e l’anno successivo è stato possibile realizzare quasi un +100%, con 15,2 milioni di profitto.

Tra le cause di questa impennata, una gestione finanziaria più accurata, aumento delle attività di gioco e dei servizi alberghieri.

Poker

Parallelamente, la struttura ha deciso di rilanciare anche la poker room per tornare ai fasti passati. Come avvenuto a Campione d’Italia, l’idea è affidare la gestione dei tornei di poker (esclusivamente i tornei, non il cash game) a un’organizzazione esterna. 

La scelta di un gestore esterno è finalizzata a beneficiare della sua competenza organizzativa, in termini di gestione commerciale e gestione operativa.

Il tempo massimo per presentare la domanda è scaduto il 30 settembre, e Gioconews riporta che sono pervenute tre domande, da Francia, Svizzera e Sicilia. 

Di queste, solo quella francese avrebbe soddisfatto tutti i requisiti necessari per proseguire nel percorso. Per quanto anonimo, pare si tratti di un’organizzazione di primo piano per i tornei di poker live in suolo francese e non solo.

L’opzione Svizzera sembra saltata per un fatturato non sufficiente, e quella siciliana perché non avrebbe allegato tutta la documentazione richiesta (al momento non si sa se sarà possibile coprire la mancanza in futuro).

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