Poker online: verso la liquidità condivisa o europea? Ecco cosa sappiamo
Con il Riordino Giochi in corso in questi giorni è riemersa una proposta di molti anni fa che mira a rilanciare il settore poker online, e secondo alcuni pareri sarebbe anche la causa del mercato ristagnante: stiamo parlando della prospettiva di liquidità condivisa.
Ma cosa significa liquidità condivisa per il poker online? In termini semplici, vorrebbe dire permettere ai giocatori italiani di affrontare ai tavoli avversari da tutto il mondo, o da alcuni paesi selezionati come francesi, spagnoli e portoghesi.
Attualmente il poker online in Italia è un mercato chiuso: i giocatori possono giocare esclusivamente dall’Italia contro altri giocatori italiani, ai livelli prestabiliti dalle normative vigenti.
I giocatori di maggior fortuna (o meglio, abilità) quando risultano vincenti ai livelli più alti in Italia spesso decidono di trasferirsi all’estero (Malta, Austria, Gran Bretagna, ma anche Messico e altro) per affrontare il cosiddetto “punto com”, il pool di utenti internazionali più ricco e scalabile.
La possibilità di estendere il mercato italiano a una liquidità condivisa o europea potrebbe avere grandi vantaggi, per i giocatori ma anche per le entrate erariali… oppure non essere tutto rose e fiori come spiegato nel recente contraddittorio del direttore generale dell’ADM Roberto Alesse alla Commissione Finanze del Senato.
Ma andiamo con ordine per riassumere tutta la situazione.
La prima idea nel 2015 “frespt”. Nulla di fatto
Il poker online in Italia nasce in un momento dove non esisteva ancora una normativa per inquadrarlo. Nei primi anni si poteva giocare contro avversari da tutto il mondo, finché venne deciso di limitare e chiudere il mercato.
I motivi erano di due tipi: il primo, il più pubblicizzato, era il rispetto delle leggi in materia di riciclaggio e simili. Si riteneva molto più monitorabile nel “piccolo”. Il secondo, forse più incisivo, era dare maggior risalto a network di poker online forti in Italia ma deboli nel mercato globale, che spesso vivevano alcuni interessi statali.
Questa chiusura comunque ebbe l’effetto di diminuire i montepremi, la libertà di offerta di giochi e i limiti massimi consentiti, di fatto disincentivando il poker online. Questo è un peccato per quanto concerne il problema di gioco compulsivo, essendo il poker un gioco a minor componente fortuna e più incentrato sulle skill, oltre a provocare meno – se non zero – compulsività visto il ritmo meno incalzante del gioco.
Legge di Stabilità
Nel 2015 con la Legge di Stabilità, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli firmò per permettere l’ingresso nella liquidità condivisa europea. Non il mercato mondiale, ma una buona via di mezzo, ovvero la possibilità di giocare con il pool francese, spagnolo e portoghese.
Un ottimo compromesso, che avrebbe aumentato l’appeal dei giocatori e permesso un ragionevole controllo sulle leggi in vigore. Purtroppo non se ne fece più nulla, senza grandi spiegazioni. Gli altri tre paesi vararono il “punto frespt” chiamato così perché unisce i domini .fr, .es, e .pt, mentre il .it non si unì mai alla causa.
Secondo alcuni, questa “stasi” è stata protagonista di una diminuzione dell’interesse verso il poker online, prima da parte dei concessionari (che non avevano incentivi a lavorarci, senza sapere cosa aspettasse il futuro), e poi dai giocatori.
Come spiegato in precedenza, un ridotto interesse verso il poker a discapito di altri giochi è traducibile come un incentivo a giocare più d’azzardo e meno d’abilità. Eticamente questionabile, in certi casi.
Il problema: maggior traffico sulle room illegali
Perché aumentare i volumi di denaro nel punto-it unendolo ad altri mercati costituirebbe un vantaggio? O meglio, perché l’incentivo monetario assume importanza, in un mondo dove vorremmo limitare l’azzardopatia?
Il motivo è che il poker player cerca naturalmente i mercati più vantaggiosi, e quando l’Italia non appartiene a questi finisce per trovare i modi di giocare illegalmente su poker room non regolamentate.
Gli effetti sono una diminuzione delle entrate erariali provenienti dal poker online, ma soprattutto la vulnerabilità del giocatore a truffe, raggiri e molto altro.
Tutto questo è peggiorato ulteriormente dall’introduzione del Decreto Dignità, dove la minor visibilità verso i marchi legali ha reso più difficile la consapevolezza del giocatore.
Si suppone che aprendo a una liquidità più ampia, i montepremi crescerebbero e molti giocatori preferirebbero rimanere nei mercati regolamentati.
Riordino Giochi: una seconda chance, o un problema?
Nel campo mondiale, una poker room chiamata GGPoker è riuscita in pochi anni a superare il precedente leader di mercato PokerStars. Questa room non offre la possibilità di giocare dall’Italia, dove PokerStars è rimasta la prima (ultimamente, giocandosela con il pool unito di iPoker).
Molti giocatori però si sono fatti attrarre dall’offerta di GGPoker, e hanno trovato vie traverse per accedervi. Non sappiamo se sia stato questo, o il fatto che l’Italia è un mercato che attira l’interesse di tutte le industrie di gaming, ma questa poker room ha deciso di combattere per la causa.
Forte di un rappresentante italiano che conosce bene il mercato, Marco Trucco, GGPoker ha annunciato l’intenzione di entrare nel mercato italiano, e successivamente ha dimostrato di volerlo fare estendendo la possibilità degli italiani a giocare con l’estero.
I lati positivi: GGPoker
Verso la fine del 2023 ha discusso la questione con i vertici dell’ADM, probabilmente senza trovare un punto d’incontro, visti i risultati.
A fine febbraio 2024, GGPoker è tornata a farsi sentire, cavalcando l’opportunità del Riordino Giochi. Ha richiesto un’audizione in Senato, illustrando i seguenti vantaggi di un ingresso nella liquidità condivisa:
- Aumento delle entrate erariali stimate per 23 milioni di euro
- Ripresa dell’interesse verso i giochi di skill contro quelli d’azzardo
- Aumento della sicurezza nel gioco, potendo contare su servizi globali più forti
A questo aggiungiamo la diminuzione di giocatori in acque illegali senza licenza ADM.
I lati negativi: ADM
Alla Commissione Finanze del Senato è poi intervenuto il direttore generale dell’ADM Roberto Alesse.
La sua visione nega i precedenti vantaggi e aggiunge altri lati negativi. Secondo l’ADM il mancato ingresso nel frespt è dovuto al fatto che stando alle analisi avrebbe incentivato un aumento del riciclaggio, e questo è stato ribadito in aula.
A questo aggiunge che le entrate erariali non vivrebbero benefici, e sconsiglia l’ingresso non solo nel .com, ma anche nel .frespt.
I numeri degli operatori
Secondo un articolo pubblicato di recente da Agimeg, la liquidità internazionale porterebbe dei vantaggi concreti per le casse dello Stato, contraddicendo quindi il parere del portavoce dell’Agenzia dei Monopoli.
300 milioni di euro con liquidità internazionale, e una stima di 175 milioni di euro senza di essa: significa 125 milioni di imponibile aggiuntivo che con la tassazione corrente ammontano circa a 30 milioni di euro (più di quanto preventivato da Trucco).
Così si spiegherebbe il perché tanti altri paesi europei abbiano aperto le porte alla liquidità internazionale.
Si ricorda anche un ulteriore vantaggio, quello della tutela del giocatore, che con pochi euro può giocare ore o addirittura giorni, mentre la stessa cifra potrebbe durare alla meglio qualche minuto in una slot machine.
C’è da evidenziare, però, che questo paragone non significa così tanto: il problema del poker tra i giocatori occasionali è proprio la lunghezza delle sue partite, spesso inaffrontabile per chi lavora, ha altri impegni, o semplicemente preferisce concedersi pochi minuti di svago.
Cosa succederà?
Ci si sta avvicinando a una conclusione della questione Riordino Giochi, ma le discussioni sono ancora aperte.
In questo momento la prospettiva è ancora aperta. Dopo il discorso di Trucco, ma prima del contraddittorio di Alesse, il Presidente Garavaglia si era detto convinto dei vantaggi di una liquidità condivisa.
Pochi giorni fa, la Commissione Finanze e Tesoro del Senato ha espresso parere favorevole con alcune condizioni al Decreto di riordino del gioco online.
Tra queste niente di concreto per la questione, ma al primo punto delle osservazioni viene invitato il Governo a valutare l’introduzione della liquidità condivisa o internazionale “al fine di potenziare l’offerta di gioco in Italia, con riferimento in particolare al gioco del poker on line”.
La palla passa quindi al Governo, con l’evidente appoggio del Senato.
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